Il 3 giugno scorso, in uno degli ultimi incontri della campagna elettorale dedicato alle libertà digitali, qualcuno è intervenuto lanciando l’allarme sull’approvazione dell’emendamento D’Alia al Senato. Ricordo (ma ne ho già scritto qui il 29 aprile) che l’emendamento D’Alia prevedeva, per gli utenti della rete, forme inedite di controllo e pesanti sanzioni per alcuni comportamenti ritenuti illeciti.
Come ho cercato inutilmente di sostenere quella sera, l’emendamento, approvato al Senato, era stato successivamente cancellato dal voto della Camera. Qualcuno però aveva rispolverato le notizie di mesi addietro, le aveva fatte circolare in rete e una catena di santantonio di distratti (per essere buoni) le ha spammate dappertutto.
Ne hanno scritto ieri D’Amato e Zambardino meglio di quanto potrei fare io. Mi limito qui a raccogliere l’appello a far circolare la notizia corretta.
3 commenti da “Le voci nella rete e l’emendamento “ammazzablog””
Adesso c’è da combattere contro la norma ammazza-blog contenuta nella legge sulle intercettazioni.
http://punto-informatico.it/2641517/PI/Commenti/chiuso-rettifica.aspx
Non c’è dubbio: la legge che vieta in moltissimi casi le intercettazioni e impedisce ne siano resi pubblici i contenuti, colpisce la libertà di informazione e lede anche la libertà dell’informazione on line.
Grazie per la precisazione :)
Grazie Luisa!! Come l’ho condiviso l’ho trovato!!Meglio così. Ti abbraccio