Un’idea di futuro: è quella che manca in questo Paese da troppo tempo, che è mancata durante la campagna elettorale di queste elezioni regionali e di cui siamo stati tutti privati in nome di un presente avvolto sulla difesa dei propri interessi. E a cui l’oblio del passato presta servizio senza sosta (e smettiamola di sventolare le bandiere di un nuovo senza storia, per favore).
Lo scenario che esce da queste elezioni regionali è pessimo, e non mi appassiona il computo delle regioni che vanno di là e quelle che restano di qua (qua dove?).
Sì, ci sono le eccezioni di Puglia e Basilicata (meno, molto meno, Liguria, Umbria ed Emilia), qualche nome che qui e là riesce a farsi largo tra le nomenclature, ma quello che esce vincente dal risultato elettorale del 29 marzo è il mondo della politica di professione, o quello delle cricche variamente assortite. In tutti i partiti, si vedano i voti di preferenza (e non solo in provincia).
Un terzo di cittadini, quasi il 40% se sommiamo le nulle e le bianche alle astensioni, si sono chiamati fuori, e non penso affatto che fossero tutti a festeggiare l’unica Emma vincente di ieri, quella di Amici.
Occorre tagliare i ponti con un modello di mondo – quello nazionale, fatto di boss e veline e quello planetario, costituito da violenze e spoliazioni senza limite – e pensarne uno diverso, che abbia la forza di attrarre energie, intelligenze, coraggio.
L’ho scritto e lo ripeto: ci tocca pensare al futuro se vogliamo guarire il presente.
PS: Grazie infinite a ciascuna delle 811 persone che hanno scritto il mio nome sulla scheda.
2 commenti da “Un’idea di futuro”
Sono uno degli 811 che ha messo il tuo nome sulla scheda.
Purtroppo mi sono dovuto spulciare i siti dei candidati perché non c’è stata una vera campagna elettorale, ma vaneggiamenti del Presidente del Consiglio.
Volevo solo aggiungere che il tuo programma era chiaro rispetto ad altri candidati.
Ho visto anche quello di Giulia Rodano (eletta con voti 4.919 – fonte corriere.it) non si capiva nulla, era un continuo discorso sulla lotta contro i giganti e sul sito non c’era neanche un curriculum professionale (o non l’ho trovato).
Ho voluto votare una donna e continuerò a farlo, perché avete, a mio parere, una visione e una sensibilità diversa.
Il mondo politico e anche lavorativo è dominato dalla figura maschile, basta notare il numero di donne in parlamento, manager aziendali, etc, relegate sempre come figure di minoranza.
Il Lazio è stata una vera eccezione con 2 donne candidate a governatore.
Scusa se ho fatto un discorso contorto, ma non sono un gran scrittore.
Volevo esprimere un pensiero dopo la delusione di queste elezioni, già sui giornali si parla di riforma della giustizia come se fosse il problema principale del paese.
Sono perplesso.
Un saluto e buon lavoro, Andrea.
Cara Luisa,
Ho aspettato qualche giorno per digerire i risultati di queste elezioni che, sinceramente, mi hanno sorpreso. Speravo che stavolta il “metterci la faccia” del PresDelCons si sarebbe rivelato un boomerang. Troppi erano (sono) i motivi per fargli perdere le elezioni, e troppo evidenti anche per il piu’ distratto degli elettori: elezioni locali (e non nazionali), scandali personali e del suo sistema di potere, crisi economica, impresentabilita’ dei candidati, lotte di potere interne, manifesta incompetenza, ecc. E invece aveva ragione lui, questi si bevono tutto. Addirittura che la mancata presentazione delle liste PdL nel Lazio, ad esempio, e’ stata causata da un complotto di giudici comunisti. E per l’ennesima volta mi sono trovato a pensare: lo hanno voluto? che se lo prendano. In fondo, sia per me (ed in generale l’elettorato di sinistra) che per loro (chi vota la destra) c’e’ la stessa contraddizione, lo stesso comportamento masochistico. Cerco di spiegarmi.
Senza scendere in dettagli credo che la differenza tra una prospettiva di sinistra ed una di destra, a prescindere dalle posizioni degli effettivi rappresentanti, sia la seguente. La sinistra ritiene che lo stato debba avere una funzione redistributiva, di indirizzo e di protezione a favore di chi, per qualsiasi motivo, non ha i mezzi economici, culturali o infrastrutturali, e che all’interno di questo patto social ognuno sia libero di vivere la vita che preferisce. La salute, l’istruzione ed il lavoro sono diritti che l’Italia si puo’ permettere e deve garantire, poi ognuno e’ libero di fare le proprie scelte e vivere come vuole. Al contrario, la destra, quella vera, sostiene che la liberta’ individuale ha un’importanza primaria, e solo secondariamente, su base comunque volontaria, vadano finanziate iniziative a favore dei meno abbienti.
La contraddizione e’ che la maggioranza degli elettori di sinistra, in questo momento storico, sono persone che per classe sociale e culturale hanno tutto da guadagnare da una politica ”di destra” e sarebbero invece personalmente danneggiati da una ”di sinistra”. Al contrario, la massa di elettori di destra sono persone che piu’ hanno bisogno delle istituzioni che i candidati da loro votati sistematicamente attaccano e stanno distruggendo. Con tutte le dovute eccezioni, l’elettore statisticamente significativo di sinistra ha un patrimonio familiare, un’istruzione, una posizione lavorativa che gli permettera’ sempre di sopravvivere, in Italia o all’estero, piu’ o meno bene. Al contrario, il pensionato, l’operaio, il giovane disoccupato, il piccolo imprenditore che votano in massa a destra sono quelli che piu’ hanno bisogno di uno stato sociale che li aiuti condurre un esistenza dignitosa. Ognuno, destra e sinistra, vota contro i propri interessi. Come puo’ accadere?
L’editoriale di Travaglio di oggi cita un’intervista di una testata straniera, che gli chiedeva: perche’ gli italiani perdonano tutto a Berlusconi? La risposta, con cui concordo in pieno, e’ il controllo dell’informazione. Berlusconi puo’ dire e fare quello che vuole, ma l’80% della popolazione verra’ a sapere solo quello che i suoi organi di stampa vorranno diffondere. In Italia non esiste alcuna informazione per la gran parte dei cittadini, ed il problema non e’ (solo) quantitativo, ma soprattutto distributivo. Ad esempio, immaginiamo che 9 volte su 10 una notizia sia data in termini favorevoli a Berlusconi. Se tutti i cittadini avessero accesso alla sola notizia non filo-Silvio questo basterebbe per mandarlo a casa istantaneamente. Il problema e’ che un fetta (minoritaria) della popolazione evita totalmente la propaganda Berlusconiana, mentre la massa di cittadini ha accesso esclusivamente alle (dis-)informazione manipolata dal Cavaliere.
Questo aspetto e’ fondamentale per comprendere come sia possibile che un tale personaggio sia in grado di ottenere cosi’ tanto consenso, e, per battere la politica di questo governo, deve avere la precedenza su qualsiasi altra considerazione. Ad esempio, la strategia ultima di difesa della propaganda Berlusconiana quando e’ nei guai e’ di attaccare senza pudore il nemico di turno (giudici comunisti, giornalisti faziosi, politici corrotti), ponendosi come vittima di complotti e fornendo versione alternative dei fatti gia’ emersi e che non possano essere nascosti. Per quanto fantasiose ed assurde possano essere queste versioni, diventano vere e credibili perche’ sono le uniche disponibili alla massa dei suoi elettori.
Se non si attacca il controllo sui mezzi di informazione non ci sara’ mai modo far scegliere i cittadini liberamente, e questo prescinde, e precede, ogni altro aspetto, come la mancanza di programmi alternativi e l’incompetenza, ai limiti del fiancheggiamento, dei vertici dell’opposizione. Non sono un esperto del settore, ma ho anche il sospetto che attaccare il suo potere mediatico non sia neanche cosi’ difficile. La stragrande maggioranza delle risorse che sostengono la macchina di propaganda Berlusconiana sono pubbliche: la Rai; sussidi all’editoria; regolamentazione dello spettro radio. Gli stiamo pagano noi il lavaggio del cervello dei nostri concittadini. Su questo si puo’, forse, lavorare, sfidandolo sul suo stesso terreno: via le mani dello stato dal mercato dell’informazione. Tutte le mani. In fondo, il Fatto Quotidiano e’ economicamente sostenibile, Libero campa solo per gli aiuti statali. Che sia possibile battere il Berlusconi politico facendo fallire il Berlusconi imprenditore?