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Questo è il titolo che Loretta Napoleoni ha dato a un suo intervento del 14 gennaio (pubblicato sul suo blog e poi ripreso da numerose altre testate d’informazione), spiegando le ragioni per cui avrebbe dato continuità all’impegno cui era stata chiamata da un gruppo di cittadini che le avevano chiesto di partecipare alle primarie della coalizione di centro-sinistra nel Lazio.
La “chiamata” a Loretta è stata realizzata attraverso un gruppo nato su Facebook e qui continua a operare un nuovo gruppo, raccoltosi attorno allo stesso titolo dell’articolo, che riflette e produce analisi sul territorio della regione Lazio e si prepara a organizzare e rendere visibili le proposte di una rete di cittadini accomunati dall’intento di rinnovare profondamente il sistema politico.
Loretta ha quindi intenzione di non mollare, e ne spiega le ragioni in questa intervista di cui si può leggere il testo più in basso.
LUISA
Allora, ciao Loretta. Con me c’è Loretta Napoleoni, con la quale vogliamo discutere un po’ della situazione della regione Lazio e della ragione per la quale insieme ad altri amici, nel momento in cui si presentava l’opportunità di svolgere le primarie nel Lazio per scegliere il candidato o la candidata governatrice della regione, un gruppo di amici, tra cui la sottoscritta, hanno proposto il nome di Loretta perché pensavamo che questo fosse un buon modo per smuovere il sistema politico e introdurre una dinamica nuova nella scelta delle persone che potessero svolgere questo compito. E quindi adesso io chiedo a Loretta di sintetizzare ancora una volta la ragione per cui lei avrebbe accettato di competere in questa possibilità delle primarie.
LORETTA
Bene, grazie Luisa. Dunque, io ho accettato perché per prima cosa mi è stata fatta quest’offerta da un gruppo di Facebook, quindi da un gruppo che veniva dalla base della piramide elettorale. La mia idea era di organizzare un gruppo di esperti, di chiamare ad aiutarmi in quest’avventura dei professionisti. E questo non perché non credo nella figura del politico in generale, ma semplicemente perché io sono convinta che siamo arrivati a un punto, in Italia ma anche in molti altri paesi dell’occidente, in cui c’è bisogno di una pausa in questa corsa della politica nella quale si inserisce un elemento di alta professionalità per rimettere un po’ le cose in ordine.
LUISA
Questo che tu poni, Loretta, sicuramente è uno dei problemi grandi. Forse enfatizzare il termine “società civile” non è neanche completamente giusto. D’altra parte uno degli aspetti più negativi attraverso cui si manifesta questa chiusura e crisi profondissima della politica, anche a mio parere dipende dal fatto che la politica non ha nessun interesse a rinnovarsi, a far entrare risorse nuove al suo interno. Noi abbiamo appunto una quantità di “professionisti della politica” che sono sulla scena da decenni e che continuano ad essere sempre gli stessi. A conclusione provvisoria di quest’esperienza delle primarie Loretta ha scritto un documento che è stato pubblicato anche sulla stampa che si intitola “Per un Rinascimento politico nella regione Lazio”. Ce lo spieghi meglio, Loretta?
LORETTA
Sì, dunque, l’idea è di non abbandonare la lotta politica semplicemente perché non ci sono state le primarie o perché magari uno non viene eletto, ma di continuare questo discorso verso un rinnovamento politico che sia un rinnovamento che nasce dalla base, dalla società civile. Non c’è più contatto reale tra la classe politica e l’elettorato. Quindi l’idea di fondo è tornare a parlare con l’elettorato, di tornare alla base di questa società civile e attraverso l’interazione con la società civile tirare fuori una nuova formula per la politica che, come dicevo prima, deve essere una formula basata sulla professionalità di chi decide di prendersi la responsabilità di essere un politico per un determinato periodo di tempo chiaramente non illimitato. E tornare a considerare questo mandato come un dovere, non più come una sorta di diritto.
LUISA
Sono molto molto d’accordo con le cose che diceva Loretta. Una delle idee sulle quali stiamo ragionando è infatti quella di costruire una rete di persone che intanto inizino anche a produrre dei materiali da mettere a disposizione per tutti i coloro che – e siamo fondamentalmente donne per il momento che stiamo lavorando a questo progetto – si vorranno impegnare in questa operazione di riforma della politica che però sa di aver bisogno, oltre che dell’entusiasmo, della passione, della voglia di cambiare quanto in questo paese non funziona, ma anche di ricominciare a studiare, a conoscere profondamente le cose. Forse su questo ti potrei chiedere ancora di dire qualcosa.
LORETTA
Sì, dunque, io penso che bisognerà organizzarsi in modo tale da individuare le aree più importanti. Al momento io sono convinta che le aree più importanti nel futuro, ma anche oggi, siano da una parte la sanità, dall’altra parte l’ambiente, che in realtà sono due aspetti che si relazionano tra loro. E quindi, focalizzarsi su questi aspetti, creare dei gruppi di ricerca sempre a livello di società civile, sempre a livello di iniziativa volontaria di chi vuol far parte di questo gruppo di lavoro e studiare questi aspetti facendo delle proposte concrete. Una volta che abbiamo queste proposte concrete, usare queste proposte concrete per contrastare in un certo senso quelle che sono le politiche che vengono portate avanti nel Lazio, ma anche in Italia, da una classe politica che purtroppo ha perso completamente il contatto con la base della società civile. E usare queste proposte per spingere questa classe politica a prendere in considerazione alternative che sono più vantaggiose per chi nel Lazio ci vive quotidianamente senza invece gestirlo. Noi rischiamo di trovarci in una situazione ancora più seria se non ci mobilitiamo oggi. Purtroppo questo è un momento storico in cui c’è bisogno che la società civile torni a far sentire la propria voce e torni a prendere le redini della gestione della propria vita.
LUISA
Torniamo per un momento alla situazione nel Lazio come esempio. Come sai io ho scelto come uno dei terreni fondamentali della mia campagna elettorale quello della lotta contro il partito trasversale degli affari e in particolare battendomi contro una delle manifestazione di questo partito trasversale degli affari che è quella degli investimenti nel campo della gestione dei rifiuti. Se noi scegliamo però, come dicevi tu di mettere al primo posto la salute, le modalità per effettuare risparmio nella spesa pubblica, noi automaticamente facciamo fuori queste scelte. Allora ci vogliono politici che nel fare scelte di questo tipo immediatamente si mettano in rapporto con i cittadini e chiedano ai cittadini finalmente “Ma voi, cosa volete?”.
LORETTA
Certo. Secondo me questo qui è un discorso fondamentale. Guardando un po’ alla piramide dell’ambiente il rifiuto è la parte più bassa. Iniziamo da lì e poi man mano saliamo fino al livello dell’energia. Chiedere alla gente quali sono le proprie esigenze, dimenticarsi questo aspetto degli affari e quindi dell’elemento dell’economia criminale che poi è intrinsecamente legato da sempre al mercato dei rifiuti, come lo è al mercato delle costruzioni – sono settori dov’è facile questa penetrazione – e fare una politica che tenga presente il mantenimento, la difesa ma anche la rinascita dell’ambiente. Io non credo che sia difficile, ci sono tantissimi esempi in giro per il mondo di regioni che l’hanno fatto. Quindi, come l’hanno fatto gli altri lo possiamo fare noi. Però ci vuole una volontà politica.
LUISA
Mi pare che per ora ci possiamo fermare qua. Io ti ringrazio molto, Loretta, torno a fare campagna elettorale.
LORETTA
Arrivederci.
A che punto siamo?
Conviene ricapitolare, ché la matassa è imbrogliata assai.
1) La lista del Pdl non presentata nei termini, e perciò esclusa dall’ufficio elettorale del tribunale elettorale e poi dalla Corte d’Appello, non è stata riammessa dal Tar ieri; nella decisione, i giudici dicono di non aver tenuto conto del decreto salva-liste poiché nel Lazio la materia elettorale è disciplinata dalla legge regionale 2/2005 e non può esserlo da norme nazionali. Tale decisione è stata contestata dal Pdl attraverso la volontà di ricorrere al Consiglio di Stato il quale dovrà decidere entro il 6 maggio (quindi non necessariamente prima dello svolgimento delle elezioni), eventualmente mettendo in discussione l’esito elettorale.
2) Ora la palla è tornata all’ufficio elettorale del Tribunale. Qui la lista è stata riconsegnata ieri e il Pdl spera in una sua ammissione grazie al decreto salva-liste. Il parere sarà emesso in giornata.
Cosa può accadere?
1. La lista non viene ammessa: perché non è dimostrabile che il contenuto del faldone non sia stato manomesso da sabato scorso (anzi, parrebbe proprio che ciò sia avvenuto, alimentando il mistero della scatola) e perché si considera inapplicabile il decreto, stante la normativa regionale.
2. La lista viene ammessa, in nome del decreto salva-liste. In questo caso, sono già annunciati i ricorsi della giunta regionale del Lazio (per conflitto di competenza con la legge elettorale regionale) e delle opposizioni (anche per le irregolarità di cui sopra).
3. Le elezioni vengono rinviate solo nel Lazio per intervento del governatore provvisorio della regione Esterino Montino, oppure il rinvio riguarderà tutte le regioni attraverso una decisione nazionale.
In ogni caso ci troviamo e ci troveremo in una situazione di estrema incertezza, determinata anche dai ricorsi già avanzati da diverse giunte regionali. Se accolti dalla Consulta, ad elezioni già svolte, quei ricorsi potrebbero condurre all’invalidazione dell’intero risultato elettorale.
Ha ragione Ciampi: tutto questo si sarebbe potuto evitare se solo ci fosse stata l’umiltà di ammettere gli errori (chiamiamoli così) compiuti ed evitando di sommare arroganza e pasticci, in una serie interminabile di offese della giustizia e delle più elementari regole della convivenza civile. E si fosse espressa la capacità di svolgere, per una volta, una funzione dirigente e responsabile nei confronti del Paese: quella funzione che i cittadini si aspettano, a prescindere dal colore del governo in carica.
Lo hanno fatto, e Napolitano lo ha firmato.
Un salto indietro, in obbedienza alle leggi dei potenti e prepotenti.