La dinamica dei fatti è ormai chiara, come documentato da varie fonti (Corriereweb, ilsalvagente): la documentazione completa per la presentazione della lista del Pdl alle prossime elezioni regionali nella provincia di Roma è arrivata in ritardo rispetto al termine ultimo fissato alle 12.00 di ieri, 27 febbraio 2010.
Non mi appassiona conoscere le ragioni per le quali il maggiore partito che sostiene la candidata Polverini sia incorso in tale pasticcio: incapacità, sprezzo delle regole, regolamento di conti interno.
Mi pare anche irrilevante discutere ora sulla legittimità o funzionalità delle regole che presiedono il corretto esercizio di un diritto democratico come le libere elezioni. Queste regole esistono, non si possono cambiare in corso d’opera e tutti siamo vincolati a rispettarle, anche coloro che le criticano.
Stupisce perciò l’appello rivolto da Renata Polverini e Gianni Alemanno al Presidente Napolitano, dove si sostiene: “riteniamo che vada in ballo la democrazia se si ostacola la presentazione di una lista che falserebbe tutti i risultati delle elezioni regionali”. Qua nessuno ha ostacolato nulla e ridurre le regole di presentazione delle liste a un “fatto burocratico” è un sintomo pericoloso di arroganza che una candidata alla presidenza della regione dovrebbe evitare.
Centinaia di migliaia di giovani in Italia presentano ogni anno pile di documenti per partecipare a concorsi nei quali ripongono, spesso a ragione, men che esigue speranze; tante imprese oneste partecipano a gare delle quali si conoscono i vincitori prima che vengano aperte le buste delle offerte; milioni di cittadini si sottopongono al calvario delle domande a uffici pubblici privi di siti internet e ostili all’autocertificazione. Ma lo facciamo, rispettosamente e in silenzio, anche quando ci vorrebbe una rivolta popolare.
Da più parti si invoca già una “soluzione politica” che non escluda il Pdl dalla competizione elettorale nel Lazio. Io preferisco battermi e vincere gli avversari sui programmi e gli impegni che ogni partito e candidato assume con gli elettori.
Ma facciano attenzione i partiti (e conservi la sua autonomia di giudizio l’Ufficio centrale regionale del Lazio presso la Corte d’Appello) a non sommare un pasticcio a un altro: la disaffezione di tante persone verso i partiti e la politica risulterebbe ulteriormente motivata da un escamotage che ancora una volta salverebbe il più forte.
- La nuova crociata del bene contro il male e la solita guerra agli stranieri: parte il marketing della libertà. #
- I favorited a YouTube video — Mr President help internet in Italy, manifestazione 20 febbraio 2010 – Roma http://youtu.be/H-e0dvbB-nU?a #
Sarà lo sciopero di Emma Bonino per denunciare le irregolarità nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste. Sarà che nessuna delle due coalizioni nel Lazio è riuscita finora a emergere lanciando una proposta forte e visibile ai cittadini. Fatto sta che i segni della competizione elettorale si riducono ai soliti faccioni che infestano il panorama e al gossip sui candidati.
Sarà anche per questo che i sondaggi continuano a rilevare una situazione di parità tra le due candidate a governatrici della regione.
Il misero dibattito sullo sciopero di fame e sete di Emma Bonino la dice lunga. Che si sia o meno d’accordo sullo sciopero, è stato denunciato un problema enorme, che ha parecchio a che fare con la mutazione in atto nella società e nella politica italiana. L’ennesima legge viene disattesa. Ma questa volta a subire le conseguenze di regole costruite su misura della prima Repubblica (quando i partiti erano in grado di mobilitare centinaia di persone in pochi giorni) non sono più solo i partiti “storicamente” minori: la faccenda investe un po’ tutti, le cause sono note e in gran parte legittime.
Penso che una candidata governatrice dovrebbe utilizzare modalità diverse dallo sciopero della fame per chiedere il rispetto e il ripristino delle garanzie democratiche, ma il silenzio e/o certe forme di solidarietà paternalistica su questa vicenda dovrebbero suonare come un campanello d’allarme per quanti ancora nutrono qualche speranza nella costruzione di una politica per i cittadini.
Abbiamo rinnovato il mio blog. Mi hanno aiutato gli amici di nois3lab che condividono le comuni battaglie per la rete libera, emettendo una fattura al salato prezzo di 1 euro.
Da oggi parte il tam tam in rete e sono attivi nuovi strumenti di partecipazione: condividete i contenuti del blog se vi sembrano degni, se avete un account su Facebook diventate fan della mia pagina pubblica (il mio profilo è quasi saturo) e se usate Twitter seguitemi anche là. Grazie.
A dir la verità non li ho mai sopportati, quei faccioni che incombono sui marciapiedi e all’ennesimo strato sembrano volerti sopraffare.
Quello visibilmente ritoccato della signora di mezza età, quello con il bambino in braccio, quell’altro che ammicca a farti complice di chissà quali segreti: tutti con la comune caratteristica di essere simboli dello sperpero di quattrini tipico dell’attuale panorama politico.
Un orrore, anche quando sono incollati negli spazi regolari.
Se poi vengono piazzati in ogni dove, contravvenendo alle leggi e imbrattando le nostre città e paesi, ben vengano i “cittadini stacchini”: iniziativa encomiabile partita da alcuni blog (06blog.it, Degrado Esquilino, Riprendiamoci Roma) che ha riscosso successo e sollecitato finalmente l’intervento del Comune. Staremo a vedere, noi continuiamo a vigilare, fotografare e… staccare.
Anche perché, nel frattempo, dentro il decreto “mille proroghe” alcuni parlamentari della Lega hanno infilato un emendamento per evitare la multa a chi attacca negli spazi abusivi.