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Parole in libertà: Tremonti dice oggi che il posto fisso è alla base della società.
Sorvoliamo sul fatto che per anni ha sostenuto il contrario, inneggiando alla flessibilità come sistema per premiare merito ed efficienza.
Sorvoliamo sul fatto che un altro ministro del suo Governo pronuncia quotidianamente anatemi sul posto fisso.
Ma qualche esempio europeo il nostro creativo ministro potrebbe anche studiarselo. Scoprirebbe che per dare stabilità e sicurezza contano assai più gli ammortizzatori sociali e un sistema efficace di servizi e supporti alla disoccupazione, alla formazione continua e alla riqualificazione. Quell’insieme di garanzie che vanno sotto il nome di stato sociale e che ha tra i suoi punti essenziali il riconoscimento del salario di cittadinanza.
Un esempio per tutti, la Danimarca.
Qui il tasso di disoccupazione è sotto al 3%, tra i più bassi d’Europa. Ma quasi un terzo dei lavoratori cambia impiego ogni anno (mica pochi: circa 800mila persone su un totale di 2 milioni e 800mila). Come? Con un sistema di riqualificazione e sostegno che consente non solo di trovare un altro lavoro, ma di trovarlo migliore del precedente, e con un tempo medio per rientrare nel mondo del lavoro di circa 17 settimane. Con un assegno di disoccupazione pari all’80% dell’ultimo salario, che può essere riconfermato per quattro anni, e un presalario per gli universitari maggiore ai 600 euro.
Non è fantapolitica, signor Ministro; e non è demagogia, come invece lo sono le sue periodiche trovate autopromozionali.