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Mentre l’aspirante governatrice del centrodestra si esibisce* conformemente agli usi del partito dell’amore, e ancora non sappiamo se il nome di Emma Bonino diverrà espressione di tutta o di una parte (e quale) dei partiti del centrosinistra, oggi inizio a porre una domanda alle due candidate.
Parliamo di rifiuti, a partire dalla situazione, in procinto di divenire esplosiva, nel territorio dei Castelli romani, dove dovrebbe sorgere (ad Albano, nell’area dove già insiste la discarica di Roncigliano) uno degli inceneritori previsti dal piano regionale della giunta Marrazzo (piano approvato per decreto e mai votato dall’assemblea). Gli uffici competenti della regione, a marzo 2008, hanno emesso una prima Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) negativa che bloccava ogni autorizzazione e la Asl ha dichiarato l’impianto incompatibile con le condizioni ambientali del luogo. Ma la VIA è stata modificata e il documento della Asl ignorato.
La feroce opposizione che i cittadini della zona stanno conducendo contro la decisione di edificazione dell’impianto (affidata senza gara d’appalto, per la modica cifra di 400 milioni di euro, a un consorzio facente capo a Manlio Cerroni), in un’area agricola e in prossimità di molti centri densamente popolati (Albano da sola conta 40mila abitanti), si è manifestata attraverso numerose azioni tra cui tre ricorsi al Tribunale regionale: contro l’autorizzazione integrata ambientale (Aia), la valutazione di impatto ambientale (Via) e la dichiarazione di pubblica utilità della conferenza dei servizi. Il 24 marzo 2010 è prevista la seconda udienza del Tar per esaminare la questione (la prima, l’11 novembre 2009, non ha avuto esito). E la battaglia della popolazione inizia a riscuotere consensi tra gli amministratori (anche grazie all’imminenza delle elezioni), ottenendo la firma di un documento di sostegno al Coordinamento Contro l’Inceneritore da parte di otto sindaci del territorio e dieci consiglieri regionali.
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Ieri mattina una delegazione di cittadini ha manifestato davanti al Dipartimento Territorio della regione per chiedere una sospensiva dell’autorizzazione ai lavori fino alla decisione del Tar: le risposte dei dirigenti, come già quelle di Montino e Parroncini (l’erede di Marazzo e l’Assessore ai rifiuti) continuano a ignorare le richieste delle popolazioni, confermando le decisioni prese e trincerandosi dietro dichiarazioni di rito.
La sospensione cautelativa di inizio lavori occorre subito e dovrebbe costituire un atto dovuto finché la magistratura regionale non si sarà pronunciata: invece la decisione, di competenza dei dirigenti amministrativi, attende un eventuale “invito” politico che la sblocchi.
Non si possono attribuire anzitempo responsabilità che non hanno alle eventuali future governatrici, ma una loro parola sulla questione forse aiuterebbe a comprendere in quale direzione vorrebbero muoversi, e probabilmente spingerebbe anche gli attuali amministratori a tenerne conto.
Confermerebbero o no il piano Marrazzo e la costruzione di impianti di incenerimento dei quali ben conosciamo i disastrosi effetti sulla salute, contemporaneamente ai benefici per i signori che ne gestiscono il lucroso business, spesso criminale?
Tante volte sfuggisse alla memoria delle candidate questo ultimo spinoso aspetto, possono rinfrescarsi la memoria con una storica puntata di Report, “L’oro di Roma“. Della quale, in particolare, consiglio la visione del breve “fuori onda” con l’Assessore Di Carlo.
Quale sia la mia opinione sul ciclo dei rifiuti l’ho detta qui; l’inceneritore di Albano (come gli altri previsti nel Lazio) non vanno costruiti poiché sono dannosi per la salute, deturpano il paesaggio e favoriscono il circolo vizioso dell’economia criminale.
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* Spiacente per chi non ha potuto vederla: la foto di Renata Polverini cui rinviava il link è stata rimossa.
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