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Ho scritto il 6 maggio il mio orientamento in merito al voto per il referendum e riassumo qui la mia posizione.
I tre quesiti referendari riguardano la legge elettorale vigente: i primi due introducono il premio di maggioranza alla lista più votata e la soglia di sbarramento al 4% per l’elezione della Camera e all’8% per il Senato; il terzo prevede l’abrogazione delle candidature multiple (uno stesso candidato, cioè, non potrebbe più presentarsi in diverse circoscrizioni elettorali). Le tre domande poste agli elettori non sono, in effetti, abrogative della legge attuale: esse servirebbero a “ritoccare” la legge “porcellum” senza modificarne gli aspetti sostanziali.
Al terzo quesito (scheda verde) voterò SÌ: che i candidati siano solo quelli che effettivamente potranno rappresentarci se eletti, non specchietti-acchiappa-elettori o coloro che, sulla base delle rinunce decise dalle burocrazie di partito, sono da esse più facilmente ricattabili.
Sui primi due quesiti (scheda viola e scheda beige) mi asterrò, non ritirando le schede al seggio: il mancato raggiungimento del quorum manterrà la situazione inalterata e i partiti dovranno finalmente procedere all’approvazione di un nuovo pacchetto normativo che elimini l’attuale “porcellum” e dia al nostro Paese una legge elettorale degna di questo nome.