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La differenza la fanno le persone: la loro storia, il loro impegno, le posizioni che hanno assunto nei casi che la vita ha prospettato loro.
Nomi che “sono un programma”, come quelli di Emma Bonino, di Loretta Napoleoni, di Renato Nicolini; nomi che pesano come macigni sull’indeterminazione del Pd e sulla sua incapacità di sottrarsi allo scacco in cui viene mantenuto dall’Udc (con tempestivi sondaggi di sostegno).
Persone che reclamano a gran voce una competizione trasparente prima che sia troppo tardi; che non hanno altri vincoli cui obbedire se non quelli dettati dalla volontà di agire in nome e per conto degli elettori che dovessero votarli.
I “mandati esplorativi” avviati in questi giorni nel Lazio e in Puglia prefigurano tutt’altra modalità di individuarle, le persone: in luogo di programmi, idee e storie a sfidarsi sul campo, accordi separati, padrini redivivi e compagni di merende.
Non se ne può più.